Le Terzine Perdute di Dante di Bianca Garavelli
Uno dei miei generi preferiti è il romanzo storico, ed è per questo che ho scelto di affrontare "Le terzine perdute di Dante" di Bianca Garavelli. Non ho mai letto nulla dell'autrice, infatti mi sono fatto ispirare dalla trama e dalla copertina (ammettiamolo tutti che spesso copriamo un libro solo per la copertina!).
In realtà le storie narrate sono due: una ci racconta le vicende di Dante (quindi ambientata nel 1309 a Parigi) e della sua amica Marguerite, perseguitati da una misteriosa organizzazione che vuole impedire che un terribile segreto venga rivelato e tramandato negli anni a venire. L'altra storia, invece, è ambientata nei giorni nostri, e ci troviamo Riccardo Donati, il classico topo di biblioteca che scopre delle ipotetiche sconosciute terzine dantesche; l'uomo decide di rubare il manoscritto e da qui sembrerebbe che tutte le persecuzioni subite da Dante secoli prima, debbano essere rivissute da Riccardo. Fortunatamente, ad aiutarlo e a difenderlo da tutto e da tutti, c'è la sua amica Agostina. La storia continua con i due che scappano per l'Europa per riuscire a decifrare il significato e il messaggio delle terzine e per scoprire per quale motivo, e soprattutto chi, c'è qualcuno che vuole ucciderlo per impossessarsi del manoscritto.
Ho trovato l'intero libro un po' troppo forzato, senza colpi di scena e suspense. L'eroe, che a mio avviso eroe non è, si ritrova direttamente catapultato in un'avventura, dove in realtà il segreto che doveva essere scoperto era già di dominio di molti, e dove il caso viene risolto grazie a delle semplici sensazioni ed azioni mistiche (che mi hanno lasciato un po' perplesso).
Mentre leggevo mi veniva in mente il film "la nona porta" con Johnny Depp, dove un esperto di libri rari viene incaricato da un ricco collezionista per verificare se un prezioso libro del 1666 è autentico, globalmente arricchito da riti mistici e aiuti provenienti dall'alto.
Tutto sommato devo ammettere che ammiro la capacità di certi scrittori nel creare una storia dove realtà, avvenimenti storici e fantasia si intrecciano, ed in questo la Garavelli ci è riuscita: all'interno di un'intervista ha dichiarato che si è ispirata al canto XXVIII del Paradiso, unendolo alle dicerie di un ipotetico soggiorno di Dante a Parigi durante il suo esilio e tanta fantasia.
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